Chi ha visitato il Trentino verso la fine dell'estate si è trovato probabilmente ad assistere alla festa della "desmalgiada" o "desmontegada". Ma di cosa si tratta?
Bisogna sapere che all'inizio dell'estate un concerto di campanacci accompagna i capi di bestiame (solitamente mucche e capre, ma anche cavalli e asini) diretti ai pascoli nelle malghe. E' la stagione dell'alpeggio, in cui le mandrie vengono portate in malga di solito tra maggio e settembre. Qui possono muoversi liberamente nei pascoli nutrendosi non di fieno ma di erba fresca. Il latte raccolto in questo periodo è spesso destinato alla produzione dei formaggi di alpeggio, che può avvenire sia direttamente nelle malghe che nei caseifici in fondovalle. L'alimentazione ricca di essenze pregiate, fiori ed erbe che non sono normalmente presenti nell'alimentazione basata sul fieno consente la produzione di formaggi con aromi e sapori inconfondibili, tra cui una variante del Trentingrana, il Puzzone di Moena, il Vezzena trentino.
Alla fine dell'alpeggio arriva il momento della desmalgiada: il bestiame viene riportato a valle e riconsegnato ai proprietari che lo avevano affidato ai pastori e ai malgari. Tutto questo avviene in un'atmosfera festosa, con suono di campanacci e bestie agghindate da corone di fiori e fiocchi colorati portate a sfilare lungo le vie dei paesi circondate dalla folla per poi tornare al sicuro nelle loro dimore per affrontare la stagione invernale. La festa della desmalgiada avviene in diversi paesi del Trentino, spesso contornata da eventi gastronomici e culturali come degustazioni dei prodotti di malga e dimostrazioni di antichi mestieri. Un evento tipico dall'atmosfera antica.
Quando invece si parla di "monteson" ci si riferisce al periodo della fienagione, in cui i contadini si recavano in montagna per diversi giorni, spesso accompagnati dalle famiglie e dai loro capi di bestiame, per falciare i prati e riportare a valle il fieno, che sarebbe poi servito per nutrire le bestie nel corso della stagione invernale. Era consuetudine che gli uomini si occupassero del taglio e del trasporto dei carri mentre alle donne erano riservati i compiti di rivoltare l'erba, creare i covoni e raccoglierla nei teli per trasportarla a valle. L'erba falciata veniva infatti lasciata asciugare al sole e rivoltata spesso per favorirne l'essiccazione. Poi veniva raccolta in grandi teli trasportati a mano e stivata nel fienile.
La fienagione avveniva (e avviene tuttora) anche nei prati più vicini ai paesi. Anche se ora spesso carri e falci sono stati sostituiti da mezzi meccanici moderni, il lavoro della fienagione rimane comunque duro e difficile come molti altri legati all'agricoltura e all'allevamento.
Per questo è importante non calpestare i prati di montagna ma rimanere sui sentieri: l'erba calpestata rimane schiacciata e non è più possibile falciarla e utilizzarla per il foraggio.
Per far conoscere e mantenere attuale questa tradizione, in diversi paesi nel corso dell'estate si svolgono gare di fienagione in cui i contadini mettono in mostra la propria abilità nell'uso della tradizionale falce.