Le prime notizie storiche sulle popolazioni locali risalgono a circa 500 anni prima di Cristo, nel momento in cui gli Etruschi, spingendosi a nord, colonizzarono le zone alpine. Quelle terre presero il nome di Raetia, dal nome del capo etrusco Reto che condusse là la sua gente. In realtà non è possibile stabilirne precisamente l’origine anche se i Romani li descrissero con un nome generico e li presentarono come gente selvaggia e poco incline a sottomettersi all’imperatore. Bisogna però considerare che le descrizioni romane puntavano a glorificare l’impero a discapito delle popolazioni a cui si riferivano. Dal momento che i Reti non hanno lasciato alcuna descrizione di se stessi ma solo brevi iscrizioni per lo più a carattere sacro, non possiamo sapere se la descrizione dei Romani fosse veritiera.
Il primo popolo di cui si hanno fonti sia materiali che scritte è identificato con il nome di Fritzens-Sanzeno, nome che deriva dai luoghi in cui sono stati effettuati importanti ritrovamenti archeologici. Storici e geografi romani e greci parlano di questa popolazione definendola "Reti", tuttavia questo termine indica in realtà un insieme di diversi popoli la cui precisa collocazione geografica nella zona è impossibile. Nel V secolo a.C. la cultura dei Fritzens-Sanzeno si espande fortemente verso sud e verso nord. Allo stesso periodo risalgono le prime iscrizioni. Nel II secolo a.C. scompaiono molti insediamenti, forse per via delle incursioni dei Cimbri. Successivamente i contatti tra Reti e Romani diventano frequenti e documentati oltre che confermati da oggetti ornamentali e monete. A partire dalla conquista del territorio da parte di Druso la cultura Fritzens-Sanzeno decade fino a scomparire.
Sono numerosi i ritrovamenti di insediamenti e reperti in Alto Adige, soprattutto nel fondovalle o a mezza costa. La scelta dei luoghi in cui insediarsi era chiaramente condizionata dalle caratteristiche del territorio e gli insediamenti erano perlopiù piccoli villaggi, masi isolati e abitati più grandi. Pochi sono gli insediamenti fortificati, sorti soprattutto a causa dell’avanzare dei Romani. I luoghi di culto erano soprattutto dedicati alla natura.
L’agricoltura era un elemento fondamentale nella vita delle popolazioni retiche. Gli storici affermano che il vino prodotto dai Reti era particolarmente apprezzato anche alla corte imperiale di Augusto. L’allevamento consisteva perlopiù in bovini e ovini. La caccia era poco importante mentre molto vario e sviluppato era l’artigianato. I ritrovamenti suggeriscono che fosse molto importante la lavorazione del legno ma che ci fossero anche lavoratori del cuoio, cordai, cestai e impagliatori, scalpellini, tornitori e vasai oltre a un avanzato artigianato tessile. Anche la lavorazione del metallo era di alta qualità tanto da produrre pregiati gioielli e armi oltre ad attrezzi e strumenti in ferro. La necessità di materie prime portò i Reti a stabilire contatti con Celti, Etruschi, Greci e Veneti portando poi alla nascita dei primi mercati in cui il commercio veniva ancora attuato con il baratto. Solo nel I e II secolo a.C. compaiono le prime monete celtiche e romane.
Una delle conquiste più importanti della storia dei Reti è la diffusione della scrittura, che avviene intorno al 500 a.C. Viene utilizzata soprattutto per il culto, iscrizioni nei santuari e su steli funerarie ed è conosciuta da un’esigua parte della popolazione.
Le rappresentazioni grafiche che prima del V secolo erano schematiche e simboliche riportano successivamente un mondo maschile con scene di lavoro e di cassia, gare sportive, marce, banchetti.
Successivamente alla conquista effettuata sotto l’imperatore Augusto, i popoli retici vennero sottomessi a Roma e declinarono gradatamente fino a scomparire.
I siti archeologici più importanti nella val di Non si trovano a Sanzeno e Mechel. In queste zone è possibile parlare di strutture protourbane e sono stati effettuati ritrovamenti archeologici molto importanti tra cui iscrizioni e reperti. Molti sono conservati al Museo Retico di Sanzeno, paese in cui sono stati effettuati gli scavi più importanti per l’intera protostoria alpina.
https://www.cultura.trentino.it/Luoghi/Tutti-i-luoghi-della-cultura/Musei-e-collezioni/Museo-Retico(nell’immagine, una corona in oro esposta nel 2011 al Castello del Buonconsiglio e conservata ora ad Ancona nel Museo Archeologico delle Marche)