Come già detto nel precedente articolo, nel 774 la zona del Trentino passò sotto il dominio dei Franchi con la formazione di una contea che poco si allontanava da quello che era il precedente ducato longobardo. Di certo si sa che i Franchi ripartivano le loro proprietà tra i figli e concepivano il regno come una forma estesa della proprietà privata, da cui la difficoltà di definire date, confini e protagonisti della storia. Inoltre a causa dell'analfabetismo sono pochi i documenti scritti che ci sono pervenuti.
Il dominio franco sul territorio trentino durò molto poco. Sappiamo che il condottiero franco Chramnichis venne definitivamente sconfitto dal duca di Trento presso Salorno intorno a 590 e che fino al 774 il governo fu retto da un duca, fino alla sua definitiva sconfitta e all'assorbimento del Trentino nel Regno Italico governato da Carlo Magno. In questo periodo Trento perse importanza politica aumentando però la potenza delle strutture ecclesiastiche, che stabilirono un vescovado assumento il controllo delle funzioni amministrative.
Dopo la morte di Carlo Magno tutto l'impero subì un periodo di turbolenze a causa delle guerre di successione dinastica finchè nell'843 si arrivò alla divisione del futuro Tirolo: Trento e la Valle dell'Adige fino a Merano furono assegnate al Regno d'Italia mentre le altre valli al regno franco orientale. L'instabilità durò comunque almeno fino al 951, quando Ottone I di Sassonia scese in italia e con l'appoggio del vescovo di Trento riuscì ad annettere il ducato di Trento al Ducato di Baviera, con l'intenzione di attribuire sempre più poteri temporali ai vescovi utilizzandoli come elemento stabilizzatore politico-militare nelle zone di transito.
Quando nel 962 Ottone ottenne la corona imperiale, il Trentino entrò a far parte del Sacro Romano Impero di Germania.
L'origine del principato vescovile di Trento pare risalga al 1004, quando il successore di Ottone III, Enrico II, scese in Italia per ripristinare la propria autorità sostenuto dal vescovo di Trento. Per ricompensare quest'ultimo pare che l'imperatore lo abbia nominato principe ma la prima fonte ufficiale riguardante l'istituzione di questo principato risale al 1027 con la nomina del vescovo di Trento Udalrico II a principe del territorio tridentino da parte dell'imperatore Corrado II.
Il principe vescovo esercitava tutte le funzioni pubbliche, riscuoteva i tributi e amministrava autonomamente la giustizia. Tuttavia, come attestato dal codice elaborato tra il 1207 e il 1217, non gli era concesso di esercitare direttamente le pene capitali nè di occuparsi di questioni militari, per le quali doveva appoggiarsi a un feudatario di sua fiducia. Per questa ragione il potere vescovile venne eroso sempre di più dai conti del Tirolo, che spesso con violenti atti di usurpazione riuscirono ad assumere il controllo delle regioni che oggi corrispondono all'Alto Adige e al Tirolo del Nord mentre il Trentino e la pianura dell'Adige rimasero al principato vescovile.
Il principato venne riorganizzato da Federico Vanga, figura di spicco nella storia del territorio. Egli raccolse tutta la documentazione storica a sostegno del potere episcolape temporale nel Codex Wangianus. Inoltre promosse il commercio e in particolare lo sfruttamento delle miniere d'argento. Contribuì anche allo sviluppo della città di Trento facendo costruire una nuova cinta muraria e iniziando i lavori di costruzione della cattedrale.
I vescovi opposero una fiera resistenza agli atti dei conti del Tirolo finchè il principe vescovo Nicolò da Bruna (Brno, capoluogo della Moravia), eletto nel 1337, riuscì a limitare il potere dei nobili e a ristabilire l'unità del principato riorganizzandone l'esercito con lo stemma dell'aquila di san Venceslao, tuttora in uso come stemma del Comune e della Provincia Autonoma di Trento.
Negli anni successivi il potere dei conti del Tirolo venne gradualmente ridotto ad opera degli Asburgo finchè nel 1363 la contea non venne ceduta al duca d'Austria Rodolfo IV di Asburgo.
Negli anni successivi il potere dei principi vescovi continuò ad affievolirsi mentre il carico fiscale che essi imponevano provocarono nel 1407 una rivolta a Trento, nelle campagne e nelle valli in seguito alla quale venne approvato un primo statuto comunale. I rivoltosi vennero sconfitti dalle truppe asburgiche due anni dopo, tuttavia le istituzioni comunali non vennero soppresse.
Gli anni del XVI secono sono segnati da conflitti e pestilenze che causarono l'inizio di una forma di resistenza al potere degli Asburgo. La rivolta del 1525 venne tuttavia facilmente sedata dagli austriaci appoggiati dal vescovo Bernardo Clesio, considerato il rifondatore dell'autorità dei principi di Trento, primo vescovo trentino e italiano dopo una serie di vescovi tedeschi. Nel corso del suo episcopato il capoluogo venne rinnovato con un nuovo assetto urbanistico e la costruzione della chiesa di Santa Maria Maggiore, anche in vista del Concilio ospitato dal 1545 al 1563. Le riforme avviate da Bernardo Clesio vennero completate dal suo successore Cristoforo Madruzzo, anche lui trentino. In questo periodo il Trentino godette di una grande scescita economica in ambito minerario, manifatturiero e commerciale. Inoltre la presenza di uomini di cultura e studiosi soprattutto italiani fece sì che gli ideali rinascimentali e la cultura italiana avessero grande diffusione. Con la Controriforma ci fu una definitiva diffusione della lingua italiana a scapito di quella tedesca.
I Madruzzo stabilirono una dinastia episcopale nel corso del XVII secono passandosi il titolo di principe vescovo per via ereditaria e controllando il principato fino al 1658. Successivamente il principato tornò sotto il dominio asburgico ottenendo tutta via alcuni vantaggi tra cui il completamento di parte del Castello del Buonconsiglio, la bonifica di zone paludose nella valle dell'Adige e l'introduzione della cosltivazione del riso.
Nel XVIII secolo tuttavia la situazione peggiorò per le ingerenze pesanti del governo austriaco in quello del principato, con restrizioni economiche e doganali che provocano un arresto dei commerci che durerà fino all'invasione napoleonica del 1796.
Nel 1803 si realizza la secolarizzazione degli stati ecclesiastici e il territorio del principato farà parte del Regno di Baviera fino al passaggio di Trento e Bolzano al Regno d'Italia nel 1810.
Il 1815 segna la scomparsa definitiva del principato vescovile, inglobato nell'impero asburgico. I titoli formali di Principe e Sua Altezza rimarranno al vescovo di Trento fino al 1953 quando furono aboliti da Papa Pio XII.