Il lago di Santa Giustina caratterizza ormai da anni l’aspetto della Val di Non con la sua superficie verde e azzurra e le sue sponde scoscese ricche di vegetazione. Ma non è sempre stato lì.
La Val di Non era una valle a V sul cui fondo scorreva il torrente Noce con i suoi affluenti, i rii Barnés, Pescara, Novella e San Romedio mentre i pendii erano in gran parte ricoperti da vigneti, campi di frumento, boschi e pascoli e uniti da una serie di antichi ponti che permettevano di passare da una sponda all’altra.
Nel 1939 alla Edison vengono assegnati i lavori per la costruzione di una diga in Val di Non, lavori che proseguirono in parte anche durante la guerra. Nel 1942 il torrente Noce viene deviato in una galleria utilizzando una diga di supporto costruita 300m a nord di quella attuale e nel 1943 viene scavata la roccia per fondare i lati e la base della costruzione. Dopodichè fino al dopoguerra i lavori si fermano, riprendendo nel 1946 con la costruzione del muraglione della diga, alto 152.5 metri.
L’invaso viene completato nel 1951 formando l’attuale lago di Santa Giustina, lungo 7.5km e largo 1.5km nel punto massimo, con una profondità di 150m.
(a sinistra, l'impressionante bastione della diga visto da valle, con il ponte della statale 43 che passa a ridosso dello sbarramento e il ponte ferroviario della linea Trento Malè più a valle)
Al giorno d’oggi la corrente prodotta dalle turbine di Santa Giustina, il cui nome deriva dall’omonimo eremo di cui si hanno notizie fin dal 1537 e che è stato abitato fino al 1782, alimenta industrie della Lombardia e perfino della Calabria con grandi elettrodotti che partono dalla centrale di Taio.
L’eremo stesso è tuttora presente a valle della diga e fa parte di una suggestiva passeggiata ad anello che inizia dal comune di Tassullo per proseguire verso la diga stessa.
(a sinistra: la valle come si presentava prima dell'invaso, con il torrente Noce che scorre sul fondo, e dopo l'invaso)
Tuttavia non bisogna dimenticare il costo umano di una tale opera, per la cui realizzazione lavoratori nonesi e solandri hanno contribuito con enormi sacrifici. Ci furono decine di feriti e mutilati per lo scoppio delle mine allora utilizzate per scavare la roccia e circa 22 incidenti mortali per la costruzione di una diga che per un certo periodo fu la più alta d’Europa.
Diversamente dal lago di Resia, dalle cui acque emerge il famoso campanile del paese sommerso dall’invaso, il lago di Santa Giustina nasconde ben più discretamente i suoi segreti. Cosa c’è quindi veramente sotto la sua superficie placida?
Il lago viene dragato e ripulito ogni anno alla fine della primavera e con l’abbassamento del livello riemergono lentamente e come per magia ponti e strade sommersi. Il primo è sempre il Ponte dei Regài (a destra nell'immagine), che si raggiungeva partendo da Castel Cles e che conduceva al sentiero per Dermulo passando per il medievale Ponte della Mula o Ponte Largaiolo sul rio San Romedio, che riemerge sempre per ultimo e solo se il livello del lago viene abbassato notevolmente.
Il ponte della Mula (immagine a destra) era importantissimo perché univa la sponda sinistra della valle con la Terza Sponda e i paesi di Revò, Romallo e Cagnò e veniva utilizzato anche per raggiungere Sanzeno e il santuario di San Romedio.
E’ chiamato così per la leggenda che lo lega ai conti di Cles. Si dice che tanti anni fa il conte Aliprando di Cles dovette fuggire dai contadini inferociti per via delle esose tasse che venivano loro richieste e venne salvato dalla sua mula, che prodigiosamente riuscì a balzare oltre la voragine portandolo sull’altro lato del rio San Romedio, nel punto in cui poi venne costruito il ponte.
Il Ponte Alto (Pont Aut, immagine a sinistra in una cartolina d'epoca) sul torrente Noce conduce invece all’antica strada romana che collegava le sponde del Noce e che si può tuttora intravedere con l’abbassamento del livello del lago, e infine il ponte di Banco. Nel periodo in cui le acque sono più basse è possibile scendere lungo le sponde e visitare gli antichi ponti anche se è vietato accedere ai ponti stessi.
Oggi sul lago, sui torrenti che lo alimentano e nei canyon si praticano diverse attività ricreative tra cui la canoa, kayak, canyoning e molto altro. E’ inoltre possibile ammirarlo da diversi punti panoramici: il Doss de Pez a Cles, da cui si ha una bella vista sul lago, Castel Cles e la sponda opposta della valle. Subito dopo il ponte di Castellaz esiste una piazzola da cui si può godere di una meravigliosa vista del lago e della forra di Mostizzolo, in cui il lago inizia a formarsi e le cui acque sono quasi sempre verde smeraldo. E anche se non ci sono molte zone da cui accedere alla riva, una di queste è la zone delle Plaze di Dermulo, facilmente raggiungibile in macchina e dotata di comodi parcheggi. Qui è stata realizzata anche una spiaggia di sabbia ed è possibile noleggiare canoe, kayak e barche a vela oltre a godersi un rilassante spuntino. Da qui quando il livello del lago è basso si può vedere il ponte dei Regài. Inoltre subito prima del paese di Revò da una piazzola si può avere una vista spettacolare su tutta la valle.
(a destra, l'eremo di Santa Giustina)